Tutti gli articoli di Pol

PARANOI(K)A NEVER STOPS..

Sappiamo bene che non ne potevate più di restare senza la paranoika, passi per le feste natalizie va bene, ma non si poteva certo rimanere a digiuno fino a metà febbraio. Cari giocatori è ora che vi squotiate un po’ di polvere da dosso, cari tifosi scaldatevi l’ugola, mettete le batterie nei vostri megafoni.

Ecco a voi il programma delle amichevoli precampionato di gennaio:

– sabato 12 contro circolo mesbet Volpino h. 16.00
– sabato 19 contro una selezione cortese a corti ore 18.00
– sabato 26 contro il Cividate United a cividate ore 17.30
Altre ne stiamo programmando e vi informeremo a breve.
mhYprj2

Si vince, si perde, insieme…

Da troppo tempo questo blog non racconta le gesta della Paranoika se non per darne brillanti e simpatiche valutazioni (vedi Le pagelle del Noiser). Ora mi sento di riannodare i ricordi che mi portano al derby di ormai due settimane fa. I maliziosi diranno che quella bruciante sconfitta per 7 a 5 mi ha zittito e forse un po’ di ragione ce l’hanno pure. Una partita carica di aspettative e speranze, quella in cui tiri fuori lo stricione buono e la coreografia dell’anno che comincia con un passivo di tre gol in un minuto e mezzo, è un momento che getta l’animo umano in uno stato che immagino non dissimile dall’anticamera dell’inferno. Quando la miriade di  anime aspettano assiepate sulle rive dello stige che arrivi Caronte per traghettarle nell’ade (la cui materializzazione in questo caso poteva essere un passivo di 15 gol). E invece no. Squillano le trombe degli angeli celestiali che richiamano i Paranoiki alla carica e come presi da un nuovo divino furore si scagliano sugli avversari. La KP arriva sul 3 a 2 ma a quel punto la spinta dell’entusiasmo si affievolisce ed il maligno mette nel campo di Rogno tutti gli strumenti di cui dispone: Visinoni torna a controllare saldamente la partita, il primo tempo si chiude sul 7 a 2. Di quelle fasi ricordo il freddo pungente ed il calore della torcida. Tanta gente, tutta bellissima, tutta a tifare per una KP che sta prendendo randellate da tutte le parti. Il secondo tempo è un lungo inno alla rimonta. Una preghiera collettiva alla volontà di potenza che si esprime nell’annichilimento dell’avversario e nel secco parziale di 3 a 0. Non basta. Il derby è perso. La squadra applaude i tifosi che applaudono la squadra giurandole eterno amore. Occhi lucidi per il freddo e per la delusione si guardano confortandosi a vicenda. Si perde insieme. Lo stomaco brucia. Il silenzio inizia.

la torcida al derby

Ma il tempo, si sa, sutura le ferite. Ed ecco la settimana successiva i Paranoiki partire per la trasferta di Sonico. Buoni presagi accompagnano la carovana alla partenza e la lettura delle budella del coniglio sacrificale dicono che il tempo del riscatto è vicino. L’avversario ci surclassa in punti e gol segnati ma gli antichi dei hanno parlato. La partita non potrebbe cominciare meglio: la KP si porta sul 2 a 0 e gioca come una squadra di danzatrici sul ghiaccio del campo di Sonico. La palla sembra obbedire ad una divina volontà che la guida sicura tra le braccia del nostro portiere e decisa per ben due volte nella rete avversaria. Ma la Kamunia non vince mai senza lottare. E allora ecco due punizioni dal limite per gli avversari che diventano il pareggio: 2 a 2 e un’inerzia della gara tutta contro di noi. Ma come pensando “A noi dell’inerzia non ce ne frega un cazzo” l’ultimo arrivato in casa KP (il Nico) infila un preciso schema (?!?) su calcio d’angolo. 3 a 2. Gioia, lacrime, bordello. Tutti ad abbracciarsi a centrocampo: giocatori, tifosi, allenatore, guardalinee… Si vince insieme.

Ed eccoci qua, pronti per afforntare l’ultima partita di questo intenso anno 2012 che ci ha visti innalzarci dalle stalle del fondo classifica e di un morale bassino alle stelle di tre vittorie e di un gruppo mai così unito. Ciò che abbiamo imparato deve però trovare conferma in questa sfida: rispetto per gli avversari, coesione e convinzione. Alleanza F.C. è a zero punti, ha fatto 31 gol e ne ha subiti 71. Non aggiungo che c’è un solo risultato possibile domani perchè conoscendo la squadra che tanto amo so che non è così. Ci vorrà tutta la migliore Kamunia e tutta la migliore Torcida.

Sabato 15/12 h. 16.30 all’oratorio di Volpino (…come Atene, siam tutti balck block, la squadra nel campetto dovrà tremare se arriva la Kamunia alè! alè! alè alè alè!)

L’angolo poetico del Noiser

il sabato è ormai giunto

e dal signore mi sento unto

perchè so che il momento giungerà

della chiamata alla kamunia per gli ultrà

spirito di vino e spirito divino si andranno ad incrociar

in quello che ovviamente un epico scontro si va a prospettar

i cuori accesi, i cori cantati a perdifiato

daranno vita a un unico boato

sette guerrieri come da tempo non si vede

nell’arena come un eskimese che il gel non teme

canti, fischi, striscioni e bandiere

per i gladiatori di cui le donne van fiere

e nelle donne mi ci metto pure io

me fanno impazzì sti ragazzi del porco dio!

KAMUNIA SEMPRE, KAMUNIA SOLA, KAMUNIA NEL CIEL BIANCO ROSSO PER NOI VOLA

GLI AVVERSARI LE PROSSIME PREDE DELLA SQUADRA A CUI NOI PORTIAM CIECA FEDE!

 

Ora io non so se è una gran cosa da postar o se è solo una boiata da evitar

grazie a voi, grazie di cuore, con voi si condivide la gioia e il dolore!

 

note: per i più pettinini il “gel” che l’eskimese non teme non è la brillantina, rockettari del cazzo, è quella cosa sentita credo da tutti in quel di sonico o durante il derby

stay high bro

IL 6 DICEMBRE A BRESCIA (cronaca di una giornata in piazza)

Il sei Dicembre 2012 in ogni città italiana prosegue il percorso di lotte sorto dall’indignazione di migliaia di studenti in tutt’Italia.


Il sei Dicembre 2012, ancora una volta, decido di scendere in città per manifestare il mio assoluto dissenso nei confronti di un sistema nazionale che, troppo impegnato a sostenere opere pubbliche inutili, spese militari e vomitevoli stipendi di funzionari pubblici, non si interessa dell’istruzione, del futuro e della cultura di un’intera generazione. Sono le sei e cinquantacinque, salgo sul treno di Valle Camonica. Terza Carrozza.
Mi aspetta una lunga giornata ma le tre ore complessive di treno non mi spaventano.
Incontro alcuni compagni e grazie a qualche chiacchierata in allegria le otto e venticinque arrivano velocemente. Scendo dal treno e intraprendo il solito percorso fino a Piazza Garibaldi, luogo di ritrovo della manifestazione. Con un certo stupore mi accorgo che il numero complessivo di persone presenti è inferiore rispetto alla precedente manifestazione; mi ricredo quando vedo un centinaio di liceali della zona raggiungerci.
Il ritrovo iniziale durante ogni manifestazione è sempre un momento piacevole; si salutano i compagni, si organizzano le idee e ci si scambia opinioni.
Noto con piacere che oltre ad un gran numero di studenti è presente un gruppo di compagni più anziani.
Vedere due generazioni differenti manifestare insieme è sempre una grande soddisfazione; dimostra che le lotte studentesche, per quanto siano snobbate dall’opinione pubblica,  non sono solo importanti per gli studenti, ma sono altresì importanti per tutti coloro che vogliono credere nei giovani che rappresentano il futuro di questa nazione.
Realizzo con altrettanto entusiasmo che anche la componente giovanissima è presente, ed è decisa quanto gli altri. Mi colpisce particolarmente una ragazza vista ad ogni manifestazione: Quindici anni di energia ed entusiasmo allo stato puro. Parlare con lei prima di ogni corteo è sempre motivante e piacevole.
Sono le nove e quarantacinque. Un po’ in ritardo rispetto alle previsioni si parte.
L’obbiettivo della giornata è quello di raggiungere il provveditorato per rivendicare il milione e mezzo destinato agli studenti bresciani ma mai arrivato.
Sono ancora vividi nella mente di tutti i ricordi delle azioni violente della polizia il quattordici Novembre; Manganellate sul futuro, calci addosso alla cultura e percosse contro gli ideali.
Questa volta non ci stiamo; Ci organizziamo con scudi di cartone sui quali sono rappresentati titoli di alcuni famosi libri (I famigerati “book block”) e molti di noi si sono portati i caschi del motorino da casa.
La camminata si prospetta lunga, Monpiano è molto lontano.
Facciamo tappa dopo qualche centinaio di metri al “Liceo Calini”, istituto recentemente occupato che sta intraprendendo un percorso di autogestione. Invitiamo gli studenti a svuotare le aule e ad unirsi a noi in strada; qualcuno ci segue, la maggior parte resta a scuola. Alcuni insegnanti si affacciano alle finestre e ci lanciano occhiate di disgusto e disprezzo, anche se gli obbiettivi che vogliamo raggiungere sono anche di loro interesse. Mi chiedo a cosa sia dovuto un atteggiamento di questo tipo. Penso ad una famosa frase di Marie von Ebner-Eschenbac, nota nobildonna scrittrice austriaca: “Gli schiavi felici sono i nemici più agguerriti della libertà”. Scrisse questa frase nel tardo ottocento “dall’altra parte della barricata”, ma quanto aveva ragione?
Proseguiamo il corteo. La tappa successiva è presso l’Aler dove le istituzioni hanno pensato di “tutelare l’ordine pubblico” predisponendo all’entrata una decina di agenti in assetto antisommossa. Temono evidentemente un nostro tentativo di occupazione. Sanno che siamo gli unici veramente vicini al problema degli sfollati, sanno che siamo gli unici a mobilitarci seriamente cercando di risolvere il problema (Hotel Sirio Occupato) e sanno anche che non permetteremo che a fine Gennaio si verifichino nuovi sfratti (già previsti). Facciamo presente agli individui presenti tutto ciò e proseguiamo il corteo.
Prima di raggiungere il provveditorato cerchiamo di spingere a mobilitarsi anche gli studenti della facoltà di Ingegneria in Via Brande, facendoci sentire dalla strada. In pochi si aggregano.

Ci avviciniamo all’obbiettivo. Pur mantenendo una linea pacifica alziamo gli scudi, mettiamo i caschi e formiamo i cordoni, considerando l’attitudine violenta dimostrata in più contesti dalle forze dell’ordine bresciane. Arriviamo nei pressi del provveditorato. Nonostante fosse stato stabilito che il corteo sarebbe terminato al cortile dinnanzi all’edificio le forze di polizia ci bloccano. Non ci sono scontri, ma la situazione è piatta. Il pensiero della maggior parte di noi è quello di non accettare nessun tipo di delegazione, ma di fare dietro-front. Torniamo al centro storico, ci dileguiamo.
Si conclude così un altro giorno di lotta nel contesto bresciano, un giorno che porta con se i suoi aspetti positivi ed alcune piccole amarezze.  Ora più che mai è importante portare avanti nuovamente un percorso di lotte e di sensibilizzare tutti su questi temi fondamentali per la collettività.

Ugo

Le pagelle del Noiser

Pagelle della vittoria di Sonico per 3 a 2

DAMI, voto 9. Prima partita da titolare tra i pali per quello che ormai si può definire l’ex trequartista della paranoika. Dopo aver dato dimostrazione delle proprie doti nei due scorci delle partite precedenti, mette in campo tutta la grinta e l’incitamento tipicamente raggiunto dopo quattro o cinque sambuca. Parate incredibili come se ci fosse nato tra i due legni di Sonico. E non pago di limitarsi a salvataggi estremi per procurare emozioni a non finire all’interno della curva, decide anche di farsi quasi male lasciando col fiato sospeso i sostenitori già sbacchettanti dal freddo. Benji Price, mèi de.

 

DAVIDE, voto 9. La garanzia della difesa blancoroja dimostra la parentela con karolina kostner giocando sul campo ghiacciato una delle migliori prestazioni dell’anno, se non la migliore. Approfitta del clima siberiano e dell’altitudine per chiudere tutti gli spazi come si chiude l’acqua per evitar che si rompano i tubi. Dal primo all’ultimo minuto mette in campo una voglia instancabile di dire “che comande me” e vanifica tutte le opportunità degli avversari, sia quando si trova nell’uno contro uno, sia in caso di inferiorità numerica. Antigelo.

 

TOM, voto 8. Migliore partita dell’anno anche per il rasta che come sempre non ha un ruolo ben definito ma corre come un puledro su è giù per il campo. Partito nelle retrovie si fa sempre trovare pronto anche nelle azioni offensive, una vera e propria mina vagante. E come la tigre di cremona è capace di acuti incredibili che scaldano i cuori della torcida andando vicino al goal in almeno un paio di occasioni. Stantuffo.

 

PARIS, voto 8. Anche solo per il fatto di farsi sovere-sonico-niardo-malegno-niardo-sovere quest’ometto merita degli applausi. Se in più si aggiunge la grinta e la carica proposta sul fazzoletto di terra il gioco è fatto. Sempre alla ricerca della palla come un cucciolo di cane, con la differenza che anzichè portarla indietro tenta sempre di scagliarla in avanti e perchè no, magari pure nello specchio della porta. Lodevole.

 

DARIO, voto 9. Venghino signori venghino. AAA cercasi nuovo dizionario di lingua italiana contenente termini adatti per sintetizzare quanto di buono ogni volta viene messo in campo dal dott. Dario Ducoli. Come il suo quasi omonimo creazione della nintendo, delizia gli spettatori con cavalcate trionfali su e giù per il campo, sempre palla al piede. Inutile aggiungere che segna anche il goal dell’uno a zero, goal che riscalda il gelido pomeriggio della torcida. SuperDario bros.

 

SINDACO, voto 7. Messo a giocare in posizione più avanzata rispetto al solito dimostra di adattarsi subito e di non temere il confronto con nessuno. Sempre sull’uomo e vincente nel tentativo di arginare le ripartenze avversarie. Si adatta molto bene agli schemi del mister e gioca una buona partita, forse motivato anche dalla presenza del Presidente a bordo campo. No,non pierluigi, il Daniele. Mòla mìa, mòla mai.

 

STERNI, voto 9. Un applausone al capitano (un capitano,c’è solo un capitano!) che dimostra di essere un passo avanti nello stadio evolutivo umano. Sì perchè per lui non fa differenza il loco, ha dimostrato di sapersi adattare sia alle temperature afose della nigeria che al microclima del “porco dio” (fonte wikipedia)  di sonico. E allora ecco che mette in campo tutta la sua generosità, corre dall’inizio alla fine, trova la gioia di uno dei soliti goal d’astuzia e spara pure a fare in culo l’arbitro, ottavo uomo degli avversari. Solo rispetto, troppo rispetto. Sterninator.

 

ARRI, voto 7,5. Il caelù della kamunia come in ogni occasione è un concentrato di agonismo e reattività, sempre a disposizione del mister in qualunque momento venga mandato sul terreno di gioco. Solita grinta, solita testardaggine e solidità vanno ad aggiungersi a recuperi fondamentali nei minuti finali della partita, tutti interventi essenziali nel mantener il vantaggio così faticosamente raggiunto. Zanzariera.

 

NICOLA, voto 9. Non so voi ma questo qui mi piace. Entra in campo, non dice niente, non protesta mai, gioca come J-ax comanda e per di più ha l’arroganza di andare a segnare il goal vittoria quando la partita sembrava ormai arenata su un pareggio che ci stava un poco stretto. Generosissimo come se il bianco e il rosso li avesse cuciti addosso da una vita. Battezzato.

 

ANDRES, voto 8. Il lavoro svolto dal mister è ottimo e non ci si stancherà mai di sottolinearlo. Guardare questa squadra giocare è una delizia per gli occhi dei tifosi e per le orecchie dei malcapitati arbitri che si trovano ogni volta a veder il loro albero genealogico messo in discussione. Il record di GesùAldo Mangili è lì a un passo e di certo la kamunia  non si accontenta dell’aperitivo, esige e si merita cenone e panettone. Piccolo grande amore.