CALCIO…POLVERE E SUDORE

[Pubblichiamo con molto piacere questo contributo sul torneo di Verziano a cui partecipa la BRIXIA*PARANOIKA scritto da chi non l’ha giocato tra i “liberi” – Aprile 2014- campo di calcio di Verziano L.C.]

Amo il calcio, ma non quello professionistico dei campionati di serie A, non riuscirei a seguire per intero una partita, atleti viziati che si atteggiano a superstar, con tagli all’ultima moda, che giocano più per il vil denaro, che per una maglia o una fede da onorare, oltre il fatto, che il calcio è diventato una grande arma di “distrazione di massa”. La vera passione la sento in quei campi polverosi di periferia, con il manto erboso ormai consumato dai tacchetti e il terreno irregolare, che rendono i rimbalzi del pallone un incognita e spezzano le caviglie, porte senza reti, atleti under e molto over, rachitici e obesi, che indossano magliette e calzoncini spaiati, uomini che sudano e faticano solo per il gusto di un sano divertimento. E così, anche in tutti quei campetti dimenticati all’interno delle carceri Italiane: Qui a Verziano è il torneo UISP, che occupa i sabati pomeriggi dei carcerati, squadre di detenuti sfidano squadre provenienti dall’esterno, solitamente è la squadra del carcere a perdere, anzi sempre, ma è un opportunità per chi vi partecipa, di sfogare le frustrazioni, frutto di una convivenza forzata, dimenticarsi per qualche ora della propria condizione di recluso, e per chi partecipa come spettatore, di farsi una grassa risata. Gli incontri, ricordano molto, scapoli contro ammogliati di fantozziana memoria, uomini completamente fuori forma, con pancetta, acciaccati dall’età, che entrano in campo fumando frettolosamente l’ultima sigaretta, e a volte anche durante le fasi di gioco, privi di allenamento, hanno sempre fatto una stile di vita agli antipodi del vero atleta, per molti l’unico sport mai praticato era la corsa…per sfuggire alla sbirraglia. A volte scappa un litigio, il piccolo torneo è molto sentito, la testa calda è sempre quella, tutte le colpe ricadono sugli arbitri, allenatori vengono mandati a quel paese, sbraitano per tutti i 40 minuti della partita, cercando di insegnare il gioco di squadra, la disciplina e l’ordine, cose difficili da comprendere per noi, il tutto è più una jam session, dove ognuno improvvisa stonando. Gambe tese, falli da codice penale, papere clamorose, bestemmie tonanti e molto spesso infortuni…rispetto questi eroi da periferia, gente di strada… io resto ai margini del campo facendo da spettatore divertito, e a volte commento; “ma quel gol lo facevo pure io”, non è vero! Mi faccio due risate, per 40 minuti ho dimenticato chi sono e soprattutto dove sono.

 

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